Tutto per essere pop,
tutto per essere indie,
tutto per essere famosi,
famosi per le casalinghe,
da quelli che la musica vera sono solo le chitarre,
a quelli che odiano le chitarre,
i rave,
il festival per pagarsi la bamba,
il festival per pagarsi il festival,
quelli che pagano un biglietto per lamentarsi di un biglietto pagato,
quelli che piangono,
che la treccano,
quelli che ridono coi cantautori,
quelli che sulla musica non si scherza e sul nazismo sì,
quelli che odiano tutti e fanno solo canzoni d'amore,
eeeeeeeh
quelli che fanno a gara i fenomeni da tastiera,
quelli con le lettere senza le note,
i programmatori,
i fonici,
gli amici dei fonici,
le ragazze dei dj,
i re della festa,
i rap delle donne,
il pubblico medio,
il pubblico giovane,
quelli che capiscono solo la superficie delle cose,
che piangono quando una cosa ha un aspetto serio,
e ridono quando ha un aspetto stupido,
come il pubblico che applaude,
risegna,
applausi,
che si illumina,
la nostalgia quel che mi rimane,
quando penso che avevo di meglio da fare.
Meglio morire di bellezza che sparare stronzate,
meglio godere senza vergogna che godere di reputazione,
nasci rostare e muori giudice ad un talent show,
nasci artista di strada e muori imprenditore,
nasci suonando gratis e finisci vendendo il culo,
dentro al sistema come gli altri ma
diverso,
l'unico a non guadagnarci risicuro.
Non serve avere un'opinione su tutto, serve
fare qualcosa su cui tutti abbiano un'opinione,
originari conformisti tutti con la verità
in tasca, nessuno invidia talento o fortuna,
l'invidia ha una sola direzione,
da chi ha
senza speranza verso chi ne ha,
prova a considerare una più sana emozione,
fatti fottere poi fanno
una recensione.
Finita.